Quanto costa produrre un kg di Cavoli
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Siamo un’azienda, piccola e biologica: ogni giorno ci facciamo questa domanda. Il prezzo non lo fissiamo però in base al costo di produzione. Nessun piccolo agricoltore biologico lo può fare.
Perché? Se lo facesse le sue verdure costerebbero troppo. Vi chiederete: E come fa a sopravvivere? Semplicemente non considera l’unica variabile sotto il suo totale controllo: il costo orario del suo lavoro. Riducendo la sua remunerazione oraria, e quella dei suoi familiari, riesce ad ottenere una redditività. Un reddito agricolo che è tassato molto di meno rispetto ad altri settori lavorativi, e quindi il gioco funziona (più o meno). Ricco però non lo diventa.
Noi, come Piazza Martino, abbiamo una fortuna in più. Aderendo a Campi Aperti abbiamo un’associazione che ogni anno definisce i prezzi (una forbice con un minimo ed un massimo). Prezzi che rendono sostenibile il nostro lavoro e che sono riconosciuti e accettati dalle persone che partecipano ai Mercati Contadini. Prezzi percepiti, sia da noi che dai nostri clienti (speriamo), come “giusti”. E quelli sono i nostri prezzi.
In tutto questo però c’è un problema “economico”: si chiama esternalità. Che cos’é? Il costo di un Kg. di cavoli è diverso dal prezzo che tu paghi per acquistarlo. Ed il costo non dovrebbe considerare solo le risorse utilizzate per coltivare un Kg di Cavoli (quanto è costato all’agricoltore). I processi produttivi hanno anche dei costi “esterni” che non paga il produttore ma che paghiamo tutti noi. Questo è un classico “fallimento del mercato” che richiederebbe l’intervento del pubblico per correggere questa distorsione.
Nel dicembre 2020, Nature ha pubblicato una ricerca con lo scopo di svelare il COSTO REALE dei prodotti alimentari. Ed ecco il punto: “Social and environmental costs from the emission of greenhouse gases (GHGs) are currently not considered in the cost structure of farmers or the subsequent food chain”. (https://www.nature.com/articles/s41467-020-19474-6)
I Costi sociali ed ambientali dell’inquinamento prodotto dall’agricoltura (e l’agricoltura è una delle principali fonti di inquinamento) non è considerato nei costi di produzione.
Ed invece il principio dovrebbe essere proprio il contrario: “chi inquina paga”. In caso contrario dovremo pagare tutti noi.

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