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Quel Cavolo di Goethe – Il Fiolaro

Nel 1786 Goethe era impegnato nel suo famoso viaggio in Italia. Il 23 settembre si trovava a Vicenza e fu colpito dal mercato contadino. I Vicentini, in particolare quelli di Creazzo, giurano che l’attenzione di Goethe fosse stata rapita dal cavolo broccolo fiolaro.
Non sono i soli. Anche per la Fondazione Slow food, Goethe si era innamorato proprio di questo Cavolo. A noi pare che l’attenzione del poeta fosse più diretta alle contadine, in particolare a quelle more preferite alle bionde. Ed è probabile che fosse così.
Un varietà locale di cavolo non doveva destare particolare curiosità nel Settecento: era, semplicemente, normale. Infatti, ogni località aveva la propria varietà selezionata dai contadini del luogo. Solo quando tutto è globale, iniziamo a riscoprire il valore del locale. Se fossimo dei sociologi la chiameremmo Glocalizzazione…ma la parola è così brutta che preferiamo passare oltre…
E quindi che cos’è questo cavolo Fiolaro?
Un broccolo, per il sapore. Un fusto centrale con tante piccole infiorescenze laterali, dette appunto figli, da cui deriva il nome Fiolaro. Cresce quando l’orto sta per andare in letargo e ci accompagna durante la fine dell’inverno.
Il nome ci racconta la sua origine. Queste colline di Creazzo, vicine a Vicenza, terre bianche di tipo limoso-sabbioso e calcareo, perfettamente adatte per la crescita di questa verdura che, in termine tecnico, appartiene alle “brassicacee” vale a dire del gruppo dei cavoli.
Una verdura che stava per scomparire (e tante ne sono scomparse). Diffusa nel corso dell’Ottocento, con l’industrializzazione dell’agricoltura ha rischiato di scomparire.
Ma che invenzione: un unico grande broccolo (quello calabrese) che può raggiungere e superare un kilogrammo di peso. Più facile da coltivare e, sopratutto, più facile da raccogliere. Per gli altri cavoli broccoli non c’è stato scampo. Ed infatti difficilmente lo troverete nei banchi dei supermercati.
Però, come detto, quando tutto diventa globale si ricerca il valore del locale. Ed è così che il cavolo FIOLARO si è conservato. In gran numero a Creazzo, dove gli hanno dedicato anche una fiera.
E noi lo abbiamo importato, seminato e coltivato nella nostra terra in Valsamoggia. E dalla nostra terra arriva direttamente nelle vostre cassette.

1 Comment

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